Da Confesercenti una vertenza con la Regione: «Abruzzo stagnante e in ritardo»

TERAMO – Il crollo dei consumi si è arrestato ma il rischio di una lunga stagnazione è forte secondo Confesercenti che chiede cambiamenti strutturali su tassazione e costo del denaro. La sintesi emerge da un monitoraggio che l’associazione di categoria ha condotto sulla situazione economica abruzzese, realizzata sui mesi di luglio e agosto e da cui emerge che il crollo verticale degli acquisti, registrato ininterrottamente a partire dal 2008, per la prima volta ha conosciuto un rallentamento, stabilizzandosi ai livelli dei mesi precedenti. In particolare, si arresta il crollo dei consumi alimentari e tornano lievemente a crescere i consumi in cultura e tempo libero (+0,7 per cento), trasporti (+0,6 per cento), ristorazione (+0,4 per cento) e cura della persona, che a luglio aveva conosciuto un primo importante incremento (+2 per cento). «Dati sono certamente positivi – sottolinea il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino – ma parlare di ripresa è fuorviante. Le famiglie consumano mediamente il 40 per cento in meno rispetto al 2007, e con questi livelli di consumi, il rischio di una lunga stagnazione sta diventando concreto, e certo non può consentire alle imprese di sopravvivere a lungo. I margini di guadagno, specialmente delle aziende piccole e medie, si sono ridotti all’osso e non permettono di programmare investimenti e tantomeno assunzioni». Secondo Confesercenti la redditività delle piccole aziende abruzzesi ha infatti subito un vero tracollo: rispetto al 2007, nel 2013 il margine di guadagno delle imprese di abbigliamento si va quasi dimezzando (-48,4 per cento) ed è stato falcidiato anche in altri settori: -26,4 per cento nella distribuzione alimentare, – 32 per cento nel settore cultura e tempo libero, – 24,3 per cento nella ristorazione, quasi -35 per cento nei beni per la casa. «Non si può solo dare la colpa alla crisi internazionale – sottoinea il direttore di Confesercenti – molte regioni hanno avuto la lungimiranza di intervenire prima nella patrimonializzazione dei Confidi, consentendo una decisa riduzione del costo del denaro: l’Abruzzo sta arrivando solo ora a intervenire sul rafforzamento del sistema delle garanzie per le piccole imprese. Le erogazioni di credito sono lente e insufficienti, e i costi del denaro sono alti.

La Regione nel mirino: «Assunzioni a pioggia nel pubblico e nessuna riduzione di tasse per le imprese»

Sul tavolo, secondo Confesercenti, restano aperte anche altre questioni: «A partire dai ritardi sul fronte dei fondi Fas e Por-Fers, che solo negli ultimi giorni sta vedendo un’accelerazione pur con un’attribuzione insufficiente di risorse alle imprese. Per proseguire sulla tassazione, che resta troppo elevata a fronte di servizi del tutto insufficienti a giustificarne l’esosità, come nel caso della sanità. Alle imprese viene detto di non poter ridurre le tasse ma si annunciano nuove assunzioni nel settore pubblico e premi di produzione a dirigenti intoccabili: qualcosa non torna. Occorre puntare su settori interni capaci di trainare ampi territori come il turismo, l’agroalimentare e l’industria sostenibile, ma da subito i Comuni e la Regione possono decidere di mettere a dieta i propri apparati e rinunciare a finanziare a pioggia associazioni amiche, come sono tornati a fare, per avviare invece una seria e profonda azione di nuovi investimenti per le piccole imprese. Su questo chiameremo al confronto i rappresentanti delle istituzioni: è il tempo di aprire una vertenza con la Regione e gli Enti locali».